mafia

Chi è di scena: Al posto sbagliato, storie di bambini vittime di mafia

Al posto sbagliato, storie di bambini vittime di mafia

Monologo, teatro civile
Adattato, diretto e interpretato da Francesco Pupa

Produzione: Teatro RossoSimona
Testo: Bruno Palermo
Assistente alla regia: Stefania Scola
Scenografie e disegno luci: Angelo Gallo
Direttore tecnico: Jacopo Andrea Caruso
Tecnico di palcoscenico: Francesco Franco
Musiche: Canti popolari, sottofondi musicali
Ufficio stampa: Franca Ferrami
Collaborazione artistica: Francesco Aiello
Direttore di produzione: Lindo Nudo

Sinossi

mafia
Al posto sbagliato,
storie di bambini vittime di mafia

Una sigaretta accesa, un uomo di spalle, una nube di fumo. Un libro che si apre, un racconto che inizia come una fiaba “C’erano una volta tre fratelli…”, la leggenda di tre cavalieri spagnoli, falsi miti e giuramenti d’onore che si rincorrono. Una mafia che ha sempre fatto proclami per il rispetto di donne e bambini, ma proclami e promesse mai mantenute. Le mafie hanno sempre ucciso i bambini.

Un racconto che va dagli inizi delle mafie ai giorni nostri, storie di bambini a cui sono stati interrotti i propri sogni, storie di bambini che hanno cambiato la storia dell’Italia. Intrecci con avvenimenti storici e canti popolari.

A raccontare sono il cliente di un negozio, il padre di una vittima, un prete, dei pentiti, un aedo, la lettera di un bambino, un magistrato. Le storie man mano prendono vita da un personaggio all’altro. A fare da collante una famosa agenda rossa, con il supporto di musiche, suoni e una scenografia fatta da cubi in continua trasformazione: un bancone di un negozio, un pulpito, delle montagne, una croce, una porta di calcetto, un pozzo.

Un viaggio che ci racconta le storie dei bambini e delle bambine, ma anche la storia e l’evoluzione delle mafie, un viaggio forte, che si conclude al binario della legalità. Al posto sbagliato ci sono e ci saranno sempre assassini e mafiosi.

La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha avuto un inizio e avrà anche una fine.

Giovanni Falcone

Note di regia

Hai letto il libro di Bruno Palermo?

Questa frase, sentita dal maestro Lindo Nudo ha dato vita allo spettacolo di cui è produttore e direttore artistico.

Il libro di Bruno Palermo nasce nella città di Crotone dalla storia di Dodò, Domenico Gabriele. Vivere da vicino la tragedia dell’uccisione di un bambino, porta a leggere e ascoltare con amarezza ogni articolo e servizio televisivo in cui sia detta la frase “Al posto e al momento sbagliato”. Per questo motivo, l’autore ha messo insieme storie note e non e ne ha fatto un libro.

La vividezza delle immagini suscitate dalla lettura di omicidi crudeli, non permette di leggere il libro tutto d’un fiato. Solo dopo essere arrivato alla fine, tra pause di riflessione e momenti di profondo sgomento, è scattato qualcosa. Dovevo farne uno spettacolo.

Così, dopo aver incontrato l’autore, è iniziato un percorso di incontri nelle scuole e nei campi di Libera. La mafia, però, richiede uno studio approfondito. Decine e decine di libri per estrapolare giuramenti, tradizioni e falsi miti, tutti presenti nello spettacolo. Le interviste a Falcone, Gratteri e tanti altri protagonisti indiscussi della lotta alle mafie hanno costellato le ricerche.

Ispirato dai libri letti, dai servizi visti, dalle informazioni recepite con qualunque mezzo, non restava che trovare un personaggio guida. Un uomo con una camicia azzurra e un pantalone elegante d’altri tempi, capelli tirati all’indietro con la brillantina. Una sigaretta accesa. È lui che si tormenta nell’indecisione: parlare o rimanere in silenzio? Poi la risposta: parlare.

Racconta le storie di vari personaggi, tutti uniti dalla famosa agenda rossa, perduta e mai ritrovata. Dodici cubi e uno spazio in continua evoluzione, si fanno protagonisti di un simbolismo chiaro e non didascalico.

Storie crude, morti tragiche, la mafia non ha codici d’onore, non ci sono ostacoli. Se c’è da conquistare potere e denaro non ci sono bambine, bambini, donne e uomini.

Parlare di mafia è un dovere e questo spettacolo nasce dalla necessità di raccontare la storia delle vittime. Raccontare, anche nelle scuole, ciò che è accaduto e che accade permette ad ognuno di aprirsi ad una nuova consapevolezza: solo con l’arma della conoscenza si può combattere. Insegnare ai più giovani rispetto, senso civico e soprattutto umanità è necessario per crescere gli adulti del domani.

Al posto sbagliato, storie di bambini vittime di mafia